Da sempre il tema economico è stata una questione spinosa.
Ce ne rendiamo conto perché abbiamo sempre un po’ di imbarazzo. Da una parte sentiamo che i soldi non sono solo importanti, ma necessari: la preoccupazione dei soldi è alla base della nostra vita, senza soldi non si può vivere, e per concedersi ciò che ci piace di più spesso dobbiamo fare i conti coi soldi a disposizione. Il tema dei soldi risente anche di un pregiudizio negativo, come se fosse una cosa sporca: Dio e il denaro sono acerrimi nemici, è “lo sterco del diavolo”.
E’ vero che Gesù mette in guardia dal potere del denaro: “non potete servire Dio e il denaro”, “la vita non dipende da quel che possiedi”. Questi avvertimenti però non dipendono dal denaro in sé, ma quando facciamo diventare il denaro un idolo.
E’ bene parlare di economia, è bene parlare di soldi, è bene che possano essere trattati per quel che sono: un dono, di cui disporre, da sfruttare al meglio, di cui farsi responsabili. Non a caso la liturgia prevede che all’offertorio siano soltanto 3 i doni da portare (e non palloni, cartelloni, oggetti, simboli): il pane e il vino (per ricordare l’ultima cena), i soldi raccolti nella questua (dono concreto che mettiamo a disposizione degli altri, dei più poveri: il segno della carità, dell’amore). Nella liturgia il denaro viene usato come simbolo dell’amore per il prossimo.
Per secoli la cassa della parrocchia è stata gestita dal parroco; era lui farsi responsabile, e a gestire la Chiesa-parrocchia. Oggi lo scenario è cambiato, il parroco ha molte più incombenze e ruoli a cui assolvere. Il modello di Chiesa sta diventando sempre più partecipativo, sinodale; in ogni comunità parrocchiale è stato istituito il Consiglio per gli affari economici, favorendo una maggiore condivisione nella gestione, nella partecipazione e nella trasparenza.
E’ grazie ai soldi raccolti che la parrocchia può avere tante attività e vivere una vita vivace e multiforme. Grazie alle offerte, quest’anno abbiamo potuto compiere (o per lo meno avviare) diverse opere di sistemazione: degli interventi nei seminterrati (oratorio e casa delle suore) per drenare l’acqua piovana ed evitare i ripetuti allagamenti, il rifacimento delle finestre della cappellina e delle luci, il portone della canonica. Le offerte per la carità sono state importanti: circa 20 mila euro per i progetti di aiuto alle famiglie del territorio e circa 7 mila euro per le missioni (incluse le collette per i territori di guerra). E’ un bellissimo segno: il “poco” che ciascuno possiede, quando gestito nell’ottica del dono, si moltiplica, e si trasforma in “molto”.

Vogliamo fare una assemblea parrocchiale per rendere più partecipi tutti i membri della comunità; nell’occasione verrà presentato lo stato economico della parrocchia – che mostra non solo le spese che la parrocchia affronta, ma anche da dove vengono i soldi e come vengono spesi. Oltre allo stato attuale, si vuole chiedere la partecipazione per orientare l’uso dei soldi.
Appuntamento per sabato 1 febbraio, alle ore 16, in Chiesa parrocchiale.
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